lunedì , 20 Marzo 2023

Digital Reputation & Social Recruiting. Gli Italiani non sanno cercare un lavoro.

Pochi giorni fa Adecco ha presentato i risultati di un’indagine statistica sull’uso dei Social Media da parte di candidati e aziende nell’offrire o ricercare lavoro. Grazie al coinvolgimento dei più grandi gruppi italiani di Linkedin, hanno partecipato in migliaia.

Vedendo ed analizzando i risultati posso dire che sono alquanto catastrofici e imbarazzanti. Gli Italiani non sono in grado di proporsi alle aziende utilizzando i Social Media.

Analizziamo i dati in nostro possesso:

Il 47% utilizza i Social Media per cercare un lavoro ma di questa percentuale ben l’ 80% da solo un anno! Cosa abbiano fatto negli ultimi 5 anni non si sa.

Di contro il 51% delle aziende utilizza i Social Media come strumento di recruiting, in particolar modo le grandi realtà.

Il dato scandaloso e che fa pensare molto sull’ignoranza dell’italiano medio non è tanto quello dove sembra che abbiano scoperto i Social Network ieri ma il loro modo di utilizzare tali strumenti.

Il 52% degli italiani cerca lavoro tramite Facebook mentre il 55% delle aziende è presente su Linkedin!!!

Praticamente cercano un lavoro dove le aziende non ci sono!

Solo il 24% delle aziende fa recruiting su Facebook e solo il 31% dei candidati è presente su Linkedin.

I risultati finali ovviamente si notano poiché solo il 5% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di aver trovato lavoro grazie al Social Recruiting e questo non è dovuto alla crisi economica (essendo la crisi un fattore in comune a tutti i sistemi di recruiting) ma al semplice fatto che il candidato cerca e si propone nel posto e nel modo sbagliato.

Praticamente il 5% che ha trovato lavoro sono il 100% di quelli che utilizzano gli strumenti nel modo giusto, anche perché le aziende dichiarano che il 34% delle selezioni si concludono positivamente utilizzando ESCLUSIVAMENTE i Social Media.

Quindi chi usa gli strumenti correttamente ha vita facile dato che un buon 52% si auto-elimina cercando nel posto sbagliato :°D.

Un dato rincuorante è che una buona metà dei candidati che al momento non si propongono tramite i Social lo farà a breve. A quanto pare la necessità e il bisogno di trovare un nuovo lavoro fa svegliare le persone dal letargo anche se forse è troppo tardi, come si sul dire: “chi tardi arriva male alloggia”.

Ma le aziende cosa valutano principalmente quando cercano un candidato sui Social Media? I risultati confermano quello che ho sempre pensato: il Personal Branding è fondamentale.

  • Profilo online Curato e Professionale;
  • Proattività, creare un profilo o un blog e lasciarlo morire è come non averlo mai creato;
  • Referenze, commenti e contenuti scritti con giudizio, personali ma obiettivi. I polemici e attaccabrighe come al solito non li vuole nessuno, quindi c’è poco da lagnarsi e lamentarsi (il 27% viene escluso per contenuti non idonei).

Il 60%-65% ha inviato una candidatura (probabilmente nel modo sbagliato) ma solo il 35% è stato ricontattato, in linea con la percentuale delle candidature concluse con esito positivo dichiarata dalle aziende.

Secondo quanto dichiarato dai candidati il 95% non ha ottenuto un lavoro tramite i Social Media. Per forza! Il 52% si propone in un posto dove non ci sono le aziende!

Detto questo, c’è qualche altro dato interessante in linea con la situazione attuale:

quelli che inviano più candidature hanno un’età superiore ai 45 anni ma sono i meno contattati in termini assoluti.

I laureati inviano più candidature dei diplomati, quindi o i laureati sono di più (e ne dubito), o cercare lavoro col diploma conviene più che laurearsi.

Al sud la disoccupazione dilaga, sono quelli che cercano più lavoro e quelli che vengono contattati di meno, invece al Nord l’offerta lavorativa è leggermente superiore al numero di candidature. Questo ovviamente non significa che al Nord il lavoro avanza ma che probabilmente ci sono settori dove i profili non sono in linea con i vari settori aziendali (del tipo cercano 100 commercialisti ma ci sono solo 100 ingegneri).

Un dato molto, ma molto interessante conferma quello che ho sempre pensato e ribadito: se sei già occupato, trovare lavoro è molto più facile e sei molto più richiesto!

Il 38% dei partecipanti al sondaggio che ha un lavoro è stato contattato contro il 32% dei disoccupati, inoltre solo il 35% degli occupati aveva inviato la candidatura contro il 41% dei disoccupati.

Praticamente se hai già un lavoro ed utilizzi i Social Media nel modo corretto vieni contattato anche senza esserti candidato.

C’è un’ulteriore dato che favorisce l’auto-eliminazione: solo il 22% ha un profilo pubblico. Praticamente il candidato è sui Social Media ma le aziende non possono contattarlo o devono impazzire per farlo. Complimentissimi! Praticamente tra il 52% che cerca nel posto sbagliato, il 78% che blinda il proprio account e il 27% che viene eliminato per contenuti non idonei giungiamo alla conclusione che i pochi che utilizzano i Social Media nel modo giusto, troveranno un lavoro senza aver fatto nulla.

Utilizzare tali strumenti nel modo sbagliato è inutile, non porta alcun risultato e spesso può essere dannoso, peggiorando la propria situazione.

Di seguito tutta l’infografica con i dati raccolti da Adecco in collaborazione con Reputation Manager.

Premi qui o sull’immagine per ingrandirla.

About Paolo Bruno

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13 Commenti

  1. Il punto è anche un altro secondo me. Linkedin accoglie delle fette di mercato del lavoro facenti parte di una elite abbastanza stretta.
    Se fosse appetibile veramente per tutte le posizioni forse verrebbe usato da una fetta maggiore di persone in cerca di lavoro.

  2. Sto studiando i SN per lavoro. Ieri una mia collega, sempre su FB per motivi suoi personali, al mio commento di essere Membro influente delle settimana su LinkedIn, mi dice “ma non emorto LinkedIn? non ho mai capito a cosa serve, e solo una perdita di tempo, perchele persone dovrebbero andare li e interessarsi a discutere di lavoro?”. Se questa e` la base… aiuto!!!!

  3. se tutti usassero i social media “nel modo giusto” i candidati sarebbero troppi e la maggior parte resterebbe comunque disoccupata, e il “modo giusto” non sarebbe più il modo giusto.

    • questo è il rovescio della medaglia che esiste a prescindere dai Social Media. Esiste anche nella scrittura di un CV Standard, quello che lo scrivono bene hanno più possibilità. Come sempre si vive anche sull’ignoranza degli altri 🙂

  4. Dati interessanti, ma non sono d’accordo con le conclusioni.
    Il campione innanzitutto è piccolo e poco rappresentativo (selezionato su base volontaria, e si tratta solo di 9.300 persone), parlare di ‘italiani’ (o fare della facile – e sbagliata – retorica sull’ ‘italiano medio’) mi pare esagerato.
    La cifra dell’80% di candidati che utilizza i SN solo da un anno poi è sbagliata, si tratta di un 80% aggregato da meno di tre anni.
    Dare la ‘colpa’ di quello sconfortante 5% ai candidati infine significa ignorare tutta una serie di dinamiche in capo ai recruiter, che dalla tua analisi escono ‘vergini e immacolati’. Saremmo un paese di candidati analfabeti e recruiter ipertecnologicizzati… qualcosa non torna, non credi?

    • Ciao Maurizio,
      secondo me il campione non è poi così piccolo. Il sondaggio è stato effettuato on-line, si tratta dunque di una parte di utenti che utilizza in qualche modo internet per la ricerca di un lavoro.
      Difficilmente siti e gruppi specializzati superano i 40 mila iscritti (i gruppi più grandi Italiani hanno 35 mila iscritti), il che significa che il campione rappresenta almeno il 10% degli Italiani che usano Internet per la ricerca del lavoro in qualche modo. Io trovo il 10% un campione attendibile (ho fatto i conti per difetto, assumendo che vi siano siti specializzati con 100mila iscritti), paradossalmente il 75% degli iscritti sono sempre le stesse persone sui diversi siti.
      Corretta l’affermazione dell’80%, semplicemente deriva dalla somma di “-1 anno” e “+1 anno”, meno di un anno potrebbe essere 1 mese come più di un anno potrebbe essere 2 anni o 1 anno e un mese, facendo la media diventa “80% da solo un anno” 🙂
      Ovviamente i recruiter non sono esonerati e non sono “vergini e immacolati”. Le spiego:
      assumendo che tutti abbiano detto la verità nel sondaggio (altrimenti crolla tutto), i recruiter sostengono che il 34% delle loro ricerche si concludono esclusivamente tramite il Social recruiting, una percentuale di tutto rispetto. In teoria quel 34% dovrebbe corrispondere al 5% dei candidati che affermano di aver trovato lavoro grazie ai Social Media.
      Analizzando le risposte degli utenti sull’utilizzo dei SN nel mondo del lavoro è facile dedurre che la maggioranza non viene neanche calcolata a causa del semplice uso scorretto che fanno degli strumenti. I recruiter hanno segnalato effettivamente che eliminano molti candidati per quello che scrivono e per l’atteggiamento sui SN, se ci aggiungiamo che il campione usa Facebook invece che Linkedin e pretende di esser trovato sui SN dai recruiter con un profilo blindato, non credo che il restante 95% abbia molte possibilità.
      E’ vero che non menziono i difetti dei recruiter, che non ritengo assolutamente ipertecnologici, mi interessava più che altro “aiutare” i candidati, facendo notare gli atteggiamenti sbagliati. L’obiettivo è farsi notare ed arrivare a fare il colloquio, qualunque sia il sistema, non possiamo far cambiare ai recruiter l’atteggiamento o i sistemi di selezione ma posso dire ai candidati come utilizzare i Social Media nel modo corretto nella ricerca di un lavoro. Tutto qua 🙂

    • PS: Grazie per il commento 🙂 sarebbe bello mettersi a tavolino ogni tanto a discuterne 😀

  5. Sono un It manager friulano, presente su linkedin da anni, e ritengo che dipenda anche molto dalla cultura aziendale della regione in cui i candidati si trovano, io personalmente non sono mai stato contattato mediante linkedin.

  6. Con l’aria che tira a mio avviso sta’ accadendo una cosa triste per il nostro paese.
    Chi cerca lavoro non ne trova facilmente o non sa’ dove/come cercarlo.
    Chi già lavora e non ha una professionalità elevata è comunque tagliato fuori in quanto l’offerta di candidati e’ altissima e le aziende si prendono i (pochi) migliori.
    Chi ha professionalità ed esperienza di solito purtroppo ha anche gli anni 🙂 e questo oggi è giò un problema. Perche’ dovrei assumere un 50/60 enne diplomato quando prendo alla meta’ un giovane brillante e laureato ?
    Lo slittamente dei requisiti per la pensione hanno allungato la vita lavorativa di 50/60 enni che non vuole più nessuno.
    I giovani laureati studiano 15 anni per fare mansioni da sei mesi di corso specializzato oppure sono obbligati a dopparsi con i “masters” nell’attesa di trovare un posto decente, naturalmente a spese dei padri, magari 50/60 enni costretti a stare in ufficio per la pensione.
    Non la vedo affatto bene il sistema sta’ saltando e si attorciglia su se stesso.
    Gli unici a star bene sono quelli che lo sono sempre stati ed hanno riserve per mantenere posizioni di potere ad ogni livello, non c’e’ da criminalizzarli anzi da invidiarli, ma finche’ non ci sarà onesta’ e giustizia nelle scelte la vedo davvero dura.
    Ma qualcuno pensa alle conseguenze delle soluzioni che adotta o l’importante come al solito è apparire i più bravi ? In questo periodo abbiamo degli esempi ai massimi livelli di questo…. per ora sono stati bravini, si… ma ho l’impressione che quando le parole diventeranno fatti , crollerà tutto il castello e a rimetterci saranno stati sempre e solo i soliti.

  7. Sì beh, personalmente non mi stupisco molto… Già gran parte degli italiani pensano che chi lavora con i Social sia uno che “gioca a computer” quindi figuriamoci se questi pensano esista la possibilità di cercare lavoro con quest’ultimi! Ma fa piacere vedere che almeno c’é qualcuno che la pensa diversamente 🙂

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